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18 nov 2022

Nuovi volumi collana Corecom

Nel 2021 è giunto al  quinto anno il premio alla migliore tesi di laurea magistrale in tema di comunicazione discussa negli Atenei pubblici toscani, le prestigiose Università di Firenze, Pisa e Siena. Anche stavolta non è stato assegnato un solo premio, ma due ex aequo, a due giovani dottoresse, Miriana Cascone per la tesi “È stato Facebook che mi ha portato a Lampedusa. Un’etnografia dell’uso dello smartphone tra i migranti e i richiedenti asilo in tre centri di accoglienza italiani” e Arianna Buccero per la tesi “#SilviaRomano: hate speech in un contesto polarizzato”.

La dottoressa Miriana Cascone ha discusso il suo lavoro di tesi il 18 marzo 2021 nell’ambito del Corso di laurea magistrale in Strategie e tecniche della comunicazione del Dipartimento di Scienze sociali, politiche e cognitive dell’Università degli Studi di Siena, con il prof. Tiziano Bonini in qualità di relatore e il prof. Davide Sparti come contro-relatore.
Questo elaborato attraversa gli studi e le ricerche condotte sul rapporto tra i media e i fenomeni migratori, evidenziando come l’evoluzione del sistema mediatico abbia comportato un miglioramento delle relazioni transnazionali, ora più vicine e intime, come sia totalmente cambiato il concetto di presenza e cosa significhi per un migrante poter essere connesso. La tesi mette a fuoco anche gli aspetti critici e ambigui legati al nuovo sistema di strumenti digitali a disposizione di chi migra: sorveglianza, rintracciabilità e identificabilità. In “È stato Facebook che mi ha portato a Lampedusa” emerge la consapevolezza di chi conosce i rischi che si corrono nell’usare uno smartphone, ma anche la percezione del ruolo fondamentale che può ricoprire in un momento delicato e spaventoso come l’attraversamento del Mediterraneo e tutto ciò che lo precede e segue. Si esplorano, dunque, le diverse identità che lo smartphone può assumere attraverso gli usi che migranti e richiedenti asilo ne fanno, i significati che gli attribuiscono.

La dottoressa Buccero ha discusso il suo elaborato il 22 ottobre 2021  nell’ambito del Corso di laurea magistrale in Comunicazione d’impresa e politica delle risorse umane dell’Università degli Studi di Pisa, relatrice prof.ssa Roberta Bracciale. La cerimonia di premiazione si è svolta il 20 dicembre 2021, a consegnare il riconoscimento alle vincitrici è stata la giornalista Agnese Pini, direttore responsabile del quotidiano La Nazione.
La nascita del World Wide Web e lo sviluppo delle piattaforme di comunicazione online, note come social media, hanno favorito l’espansione di fenomeni come hate speech, eco chambers e polarizzazione. In questo lavoro si mira ad analizzare tali fenomeni in scala ridotta, utilizzando il caso studio della liberazione di Silvia Aisha Romano, la volontaria tenuta in ostaggio in Somalia per 18 mesi e liberata l’8 maggio 2020. Il suo rilascio è stato un evento che ha creato grandi flussi di hate speech, tanto che tra il 10 e l’11 maggio si è assistito a uno dei picchi più alti di incitamento all’odio online di quell’anno, e anche il pubblico di Twitter si è diviso con opinioni polarizzate sulla vicenda. La ricerca effettuata per la tesi ha consentito di analizzare la discussione digitale sulla vicenda; durante lo studio sulla polarizzazione si è notato che, per quasi tutti i temi individuati, si era in grado di rilevare un nemico bersaglio di accuse. Nella discussione sono stati individuati numerosi casi di hate speech, tra i quali sono spiccati in particolar modo i casi di islamofobia e misoginia. Talvolta queste espressioni di odio sono state volontariamente messe in atto, altre volte invece sono state il risultato di stereotipi estremamente radicati nella cultura e dovuti a bias cognitivi; dun que, anche chi voleva difendere Silvia Romano, spesso, e inconsapevolmente cadeva negli stereotipi. 


 
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