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22 feb 2024

Le insidie del linguaggio d’odio spiegate da Carlotta Vagnoli

Il linguaggio d’odio a la violenza di genere richiedono un impegno collettivo di conoscenza e contrasto, un cambiamento culturale che deve coinvolgere scuole, istituzioni e chiama in causa la coscienza di ciascun individuo. L’incontro che si è tenuto questa mattina, giovedì 22 febbraio, a partire dalle 10.30 a­l Teatro della Compagnia ha visto la partecipazione di centinaia di ragazzi. ‘Hate speech e violenza di genere’, questo il titolo scelto per l’iniziativa, nel corso del quale l’autrice Carlotta Vagnoli ha incontrato oltre 300 studenti delle scuole superiori della Toscana che fanno parte del progetto ‘TrasFormare. Azioni per il contrasto alla violenza maschile contro le donne nel sistema educativo’. Studenti del liceo artistico ‘Petrocchi’ di Pistoia, del liceo ‘Copernico’ e dell’Istituto di istruzione secondaria ‘Dagomari’ di Prato; del liceo artistico ‘Porta Romana’ di Sesto Fiorentino; dell’Istituto di istruzione superiore ‘Gentileschi’ di Carrara, della Scuola superiore ‘Livi’ di Prato, dell’Istituto di istruzione superiore ‘Pertini’ di Lucca e del liceo Machiavelli di Firenze. L’incontro con Carlotta Vagnoli ha acceso l’interesse delle ragazze e dei ragazzi. Molti gli interventi, molte le domande sul tema.

Sono intervenuti il presidente del Corecom Toscana, Marco Meacci, la presidente della Commissione regionale per le Pari Opportunità, Francesca BasanieriAlessandra Papa, dell’Ufficio scolastico regionale per la Toscana; Alessandra Nardini, assessore all’istruzione della Regione Toscana; Matteo Mammini, avvocato, il portavoce del presidente della Toscana, Bernard Dika, e l’assessora regionale Alessandra Nardini. Ha moderato l’incontro la componente del Corecom Toscana Carlotta Agostini.

“In tutte le scuole in cui vado trovo curiosità su questi temi, che pure spesso sono sottovalutati e assenti dall’offerta formativa – dice Carlotta Vagnoli –. L’importante è capire le dinamiche che ci sono dietro il discorso d’odio, purtroppo abbastanza diffuso nel nostro modo di comunicare, specialmente fra i generi. I ragazzi recepiscono molto bene quello di cui stiamo parlando, anche perché lo vedono sui social media, che non sono il male, sono un luogo come tutti gli altri del mondo in cui viviamo e replicano le realtà che purtroppo abbiamo assimilato così bene. Sono anche il luogo dove si può trovare una certa soluzione, possono diventare sportelli di aiuto: i social si stanno un po’ adattando, stanno cercando di diventare anche la soluzione, sebbene presentino anche tanti svantaggi”.

Come ha spiegato Alessandra Papa, dell’Ufficio scolastico regionale per la Toscana, “l’educazione come strumento per superare la discriminazione di genere e le parole d’odio. Gli episodi di violenza, d’intolleranza nei confronti delle donne sono in aumento, il discorso d’odio si è fatto più crudo, più aggressivo. Secondo una recente indagine condotta da ‘Vox’, l’osservatorio dei diritti, in una recentissima edizione della cosiddetta mappa delle intolleranze ci dicono che sostanzialmente sono tre le categorie maggiormente prese di mira: persone con disabilità, persone omosessuali e donne. Le parole d’odio non feriscono solamente, a volte annientano”. Alessandra Papa ha presentato “un dato positivo”, diffuso dal Ministero dell’istruzione “che riguarda il monitoraggio sui temi del bullismo e del cyberbullismo e ha coinvolto 185mila studenti e studentesse e quasi 50 docenti: ci dice che gli studenti e le studentesse che hanno dichiarato di essere stati esposti almeno una volta al linguaggio d’odio sono passati dal 46,2 per cento nell’anno scolastico 2020-21 al 38 per cento nel 2022-23. Resta la necessità di mantenere alta l’attenzione, da parte delle istituzioni, per arginare gli effetti di una normalizzazione delle violenze. Una formazione di qualità per le nostre ragazze e i nostri ragazzi è indispensabile”.

L’incontro di oggi è inserito nell’ambito del progetto “TrasFormare’, promosso dalla Commissione regionale Pari opportunità in collaborazione con Regione Toscana, Corecom, Ufficio scolastico regionale, IMT Lucca, Lucca Crea e Scuola internazionale di comics di Firenze.

“Apprendere quali sono le diverse forma di violenza, saperle riconoscere e imparare a distinguere tra le relazioni positive e quelle negative, che oggi si definiscono ‘tossiche’. La violenza ha mille forme, solo imparando a difendersi e a difendere i coetanei si possono prevenire”, dice la presidente della Commissione toscana per le Pari opportunità, Francesca Basanieri.

“Come Corecom abbiamo subito aderito all’iniziativa della Commissione per le Pari opportunità – afferma il presidente del Corecom Toscana, Marco Meacci –. Il tema della comunicazione rivolta ai minori e ai ragazzi delle scuole ci sta molto a cuore. Siamo impegnati da tempo in progetti quali il patentino digitale, per formare i ragazzi per una navigazione in internet consapevole e sicura, poi con tutti i Corecom delle varie regioni abbiamo firmato recentemente a Matera un patto a tutela dei minori e l’educazione digitale con il garante della protezione dei dati personali”.

Matteo Mammini, vicepresidente del Comitato pari opportunità dell’ordine degli avvocati e rappresentate di ‘Insieme per le professioni’, “un collettivo di tutti i comitati per le pari opportunità di tutti gli ordini professionali”, spiega che “consapevolezza e prevenzione si riassumono nella parola formazione. Lavoriamo con studenti e studentesse perché se le nuove generazioni sono più abituate a contrastare gli stereotipi, si formano adulti che non commettono quei reati. La violenza comincia con il discorso d’odio”.

Tutte le foto e le video-dichiarazioni https://inconsiglio.it/comunicato-stampa/diritti-hate-speech-e-violenza-di-genere-le-insidie-del-linguaggio-dodio-spiegate-da-carlotta-vagnoli/